Controlli del fisco sui conti corrente
I controlli del fisco sul conto corrente: cosa cambia con il nuovo anno
Tra le numerose novità condotte nel nuovo anno dai provvedimenti normativi della seconda parte del 2011, vi è anche l’introduzione dei nuovi poteri in mano all’Agenzia delle Entrate, che potrà ora incentivare la profondità dei propri controlli, e l’ampiezza delle proprie verifiche, in un’ottica finalizzata a velocizzare e puntualizzare l’operato del Fisco.
Se infatti prima di oggi l’Agenzia delle Entrate doveva domandare il “permesso” all’autorità giudiziaria per poter effettuare controlli sui movimenti bancari del contribuente, oggi il contesto sembra essere improntato per una maggiore rapidità delle verifiche, con eliminazione di questo passaggio che – per costi e lungaggini burocratiche – spesso generava un significativo deprezzamento dell’efficacia delle azioni del Fisco.
Certo, affinchè si possa dire completamente addio al segreto bancario, occorrerà formulare qualche ulteriore modifica in vista di una più accentuata trasparenza del comparto. Tuttavia quanto già stabilito nel corso del 2011, e in applicazione fin dal 2012, sembra essere più che sufficiente per permettere alle Agenzie delle Entrate di migliorare il grado di individuazione degli evasori, incrociando i dati bancari con le dichiarazioni sui redditi, i patrimoni immobiliari, utenze di luce e gas, e così via.
Il “cuore” (o, meglio, il cervello) del nuovo approccio del Fisco prende il nome di Serpico, un maxi computer situato nei sotterranei romani della Sogei, con memoria da un milione di miliardi di byte, e capacità di elaborare circa 22 mila dati al secondo. Il suo funzionamento è in apparenza semplice: inserendo il codice fiscale o la partita IVA del contribuente, il computer elaborerà nome e cognome, ultime cinque dichiarazioni dei redditi, e altri dati basilari per poter individuare in maniera univoca il soggetto da indagare.
Una volta accertata l’identità del contribuente oggetto di verifica, Serpico dà il via alle proprie analisi, andando a incrociare dati bancari, catastali, demaniali, contributivi, previdenziali e quant’altro a disposizione (sono oggetto di valutazione anche i dati della motorizzazione e delle dogane, fino ad arrivare alle utenze domestiche e a tutte le altre operazioni per le quali è stato richiesto il codice fiscale, come l’iscrizione a uno yacht club).
Elaborata anche questa fase, e avendo a disposizione tutti i dati fondamentali per controllare l’operato del contribuente, sarà semplice per le Agenzie delle Entrate analizzare se il soggetto indagato rientra o meno nei casi oggetto di ulteriore accertamento, sulla base di una serie di discostamenti qualitativi e quantitativi ancora allo studio.
Ma siamo sicuri che i controlli più semplici sui conti correnti permetteranno l’abbattimento dell’evasione?
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