Mutuo a tasso variabile
Mutuo a tasso variabile.
Un mutuo a tasso variabile è una tipologia molto diffusa di prestito per acquisto di un abitazione.
Il mutuo variabile ha la particolarità che il tasso d’interesse è diverso per tutta la durata dell’accensione del mutuo e varia in base a determinati parametri che vengono calcolati per la valutazione del “costo del prestito”.
In particolare il parametro principale che può essere utilizzato per il calcolo del mutuo a tasso variabile è l’Euribor a 3 Mesi che viene dato giornalmente. In ogni caso possono esistere mutui a tasso variabili con parametri Euribor diversi (Euribor a 1 Mese, Euribor a 6 mesi).L’ Euribor è un indice di mercato ed è acronimo di Euro Interbank Offered Rate, un tasso relativo all’Europa sulle transazioni commerciali.
Il mutuo a tasso variabile è notevolmente più conveniente di quello a tasso fisso perchè a differenza di quest’ultimo ha degli spread minori dovuti alla minore stabilità economica del mutuatario e ad un maggior guadagno per la banca.
Il mutuo a tasso variabile essendo costantemente legato alle turbative del mercato può assumere dei valori diversi durante tutta la durata del contratto.Perciò il cliente si troverà addebitata sulla rata del conto una somma diversa ad ogni mese.Perciò è sconsigliato a lavori dipendenti, che ricevono uno stipendio fisso ed è l’ideale per imprenditori e liberi professionisti.
Tassi dei Mutui, attenzione al variabile.
Le notizie per i mutui a tasso variabile sono al momento tutt’altro che confortanti per i nostri amici mutuatari. Se siete infatti in procinto di stipulare un mutuo per la vostra prima casa pensateci bene prima di andare a scegliere il tasso variabile.
La prima avvisaglia si è verificata infatti oggi a seguito della rilevazione dei tassi Euro Interbank Offered Rate da parte della European Bank Federation, che ha determinato una crescita di ben 8 punti base in percentuale dei valori Euribor a 3 Mesi, ciò rapportato alla giornata di ieri Martedì 27 Aprile 2010.
Un tale aumento dei tassi d’interesse non si vedeva da molti mesi e sembrerebbe riduttivo associarlo alla crisi della Grecia e allo scarso trust che i paesi europei hanno attualmente nei confronti dell’ Economia mondiale.
Un’ ulteriore campanello d’allarme sono le offerte bassissime da parte di alcuni istituti di credito, ad esempio Credem, Mediolanum e Banca Barclays stanno offrendo dei mutui veramente convenienti per il mutuatario, a spread a dir poco irrazionali.
Ma la nostra convinzione è che tali offerte siano dei veri e propri specchi per le allodole, in quanto si pensa che i mutuatari abbocchino come dei pesci all’amo. Ma in questo momento, come non mai occorre diffidare delle offerte di mutui a tasso variabile e scegliere un buon fisso, con uno spread inferiore all’ 1,10%. La risalita dei tassi nel corso del 2010 dovrebbe essere più veloce di quanto previsto dagli analisti interbancari.
Ancora approfondimenti sui mutui a tasso variabile.
Si definisce mutuo a tasso variabile, una tipologia di prestito ipotecario che non prevede una rata fissa, ma a causa degli interessi il valore da pagare ogni mese aumenta o diminuisce in base all’andamento del mercato.
Il Mutuo a Tasso Variabile è generalmente ancorato al tasso Euribor (a 1 a 3 o a 6 mesi) ma secondo le nuove direttive della Banca Centrale Europea, può essere anche indicizzato secondo i parametri del tasso Bce.
Il Mutuo a tasso variabile è generalmente più conveniente di un mutuo a tasso fisso, da quanto emerge dal grafico storico degli ultimi 20 anni, ma può essere pericoloso in caso di rincari per i mutuatari con basso stipendio, per i quali anche un piccolo aumento di 100 Euro al mese può fare la differenza.
Quali sono i rischi di un mutuo a tasso variabile.
Ci scrive Antonio F. da Frosinone: ” Alla cortese, staff di Mutuo Abitazione, ho un mutuo a tasso variabile, il mio problema è se riuscirò col mio reddito a garantire a me stesso e alla mia famiglia eventuali rincari dell’Euribor?”.
La Risposta dello Staff: considerate il vostro reddito, se la rata del mutuo equivale ad un valore oscillante tra il 30 e il 40% del reddito netto ce la farete sicuramente, ma nella spesa mensile calcolate anche eventuali prestiti al consumo che avete attivi (ad esempio rate di elettrodomestici o leasing dell’automobile).Inoltre se siete lavoratori dipendenti, valutate la solidità dell’azienda che vi paga e soprattutto un fattore di rischio di perdita del lavoro che può danneggiare il vostro reddito e dunque gli impegni presi con la vostra banca. Il tasso fisso al momento è quello che vi sconsigliamo di attivare, soprattutto per mutui di breve durata, inoltre la rinegoziazione e la surroga gratuita possono certamente esservi d’aiuto. Storicamente gli italiani pagano a caro prezzo il mutuo a tasso fisso, in quanto solamente nell’ultimo triennio (2009-2012) è stato meno conveniente il mutuo a tasso variabile a causa degli aumenti del costo del denaro effettuati dalla Banca Centrale Europea.